Resident Evil Village- la recensione del survival horror di Capcom

30.12.2021

Resident Evil Village è l'ottavo videogioco della serie principale di Capcom, dopo i Remake del secondo e terzo capitolo, il franchise torna con un nuovo titolo dopo le vicende di Resident Evil 7, rilasciato nel 2017.

Resident Evil Village riprende la storia di Ethan Winters, protagonista del predecessore, il titolo prende ispirazione proprio dall'ultimo capitolo della serie e da Resident Evil 4, per la scelta di ambientare l'opera all'interno di un villaggio.

Trama

L'incipit del survival horror di Capcom è particolarmente coinvolgente, con il protagonista che in seguito ad un'aggressione armata si trova da solo nel buio innevato e proseguendo in un sentiero arriva nel misterioso villaggio.

La narrativa di Resident Evil Village si rivela piano piano e lascia dei dubbi fino al finale dell'avventura, dove le rivelazioni diventano intriganti sia per il passato che per il futuro del franchise.

In linea generale, alcuni momenti forniscono alcuni colpi di scena ad effetto, ma più della storyline ci hanno convinto i quattro Signori presenti nel villaggio: la giunonica Alcina Dimitrescu, la marionetta Donna Beneviento, la creatura Salvatore Moreau e l'ingegnere Karl Heisenberg.

I quattro villain al servizio di Madre Miranda spiccano specialmente per la diversa forma di orrore che rappresentano e come vedremo più avanti le zone da loro presidiate sono un elemento fondamentale nell'avventura di Capcom.

D'altro canto la storia dei Quattro Signori e come questi si legano a Madre Miranda non è poi così approfondita, fanno eccezione alcuni documenti disseminati nella mappa di gioco che tolgono alcuni dubbi sulla storia dei villain.

Il discorso è differente per Ethan Winters, protagonista di Resident Evil Village che risulta poco sfaccettato e spesso fin troppo anonimo, non tanto per la sua storia legata alla figlia Rose e alla moglie Mia, ma piuttosto per la discutibile scrittura del personaggio e la prevedibilità di alcune sue reazioni durante l'avventura.

Un'altra presenza fondamentale all'interno di Resident Evil Village è quella del Duca, un NPC utile per vendere gli oggetti preziosi e per potenziare le armi, ma anche per svelare alcuni retroscena legati ai quattro Signori del villaggio.

Nell'ultima opera di Capcom, la regia è un altro aspetto da non sottovalutare, la visuale in soggettiva dona quell'immedesimazione in più nei momenti più ansiogeni, che ad onor del vero sono molti meno rispetto a Resident Evil 7.

Questo non significa che l'atmosfera di Resident Evil Village non sia degna di un survival horror, ma in sostanza ci si spaventa molto meno, proprio per una scelta creativa del team di sviluppo.

Gameplay

Passando al gameplay, l'ultimo titolo del franchise è sicuramente più action rispetto al precedente gioco.

Come accennato prima, sarà possibile potenziare armi, craftare munizioni e la gestione dell'inventario è molto più permissiva del passato, visto che tramite il Duca sarà possibile ampliarlo e gli oggetti chiave per proseguire non sono calcolati all'interno dello zaino, sostanziale differenza rispetto al passato.

Inoltre, a difficoltà standard raramente c'è il pericolo di trovarsi senza munizioni, segno che la scelta del team in Resident Evil Village è quella di affrontare i nemici a viso aperto, piuttosto che cercare di fuggire.

Quest'aspetto contribuisce a creare meno tensione nel giocatore, visto l'ampio numero di munizioni e arsenale, sicuramente un fattore che farà discutere, visti i pericolosi precedenti con alcuni capitoli meno apprezzati dagli appassionati.

Tuttavia, ciò che possiamo constatare rispetto all'ultima iterazione del franchise è di un gameplay notevolmente migliorato e più fluido.

La progressione è gestita in maniera differente con una possibilità maggiore di potenziare e variare l'arsenale a proprio piacimento e lo shooting è migliorato, seppur la mira assistita tende a rendere fin troppo arcade il titolo di Capcom.

Inoltre in Resident Evil Village c'è una maggiore varietà di nemici: i Lycan ad esempio popolano il villaggio e sono presenti in diverse forme anche più pericolose, i demoni presidiano il castello di Lady Dimitrescu e nella fabbrica di Heisenberg troviamo le bio-macchine.

L'intelligenza artificiale del bestiario non è comunque particolarmente migliorata, visto che con il passare delle ore impareremo a comprendere fin troppo facilmente il range d'azione degli avversari.

Il loro comportamento non cambia a seconda della situazione o dell'area di gioco e di conseguenza tendono ad essere troppo prevedibili, anche se i loro attacchi sono molto pericolosi ad una distanza ravvicinata.

Esplorazione e linearità

Come da tradizione per la serie, l'esplorazione è un fattore fondamentale per poter sbloccare porte prima inaccessibili.

In Resident Evil Village come specificato prima, ogni boss si trova in un'area differente vicina al villaggio.

Il Castello Dimitrescu ad esempio è l'area più ampia e fedele al passato della serie con un backtracking maggiore.

Le altre zone presidiate dai villain sono sempre affascinanti da esplorare, ma sono più lineari del previsto.

Uno dei problemi della produzione, oltre alla natura troppo action è nell'eccessiva linearità di alcune zone, che in alcuni punti sembrano anche terminare in maniera troppo sbrigativa.

La sensazione di perdersi e ritrovarsi è meno presente rispetto allo stesso Resident Evil 7, visto che le aree sono molto lineari.

Fa eccezione il Villaggio, luogo in cui torneremo e sbloccheremo progressivamente nuove porte e cancelli prima inaccessibili.

Questa sarà l'area dedicata di più al backtracking, anche se rimangono momenti d'intermezzo dalla storia principale.

Per ciò che invece riguarda la cura degli ambienti, siamo rimasti notevolmente stupiti dall'atmosfera che il team è riuscito a ricreare.

Pensando ad esempio alla tenebrosa Casa Beneviento ci sono accenni all'atmosfera degli horror psicologici e la fabbrica di Heisenberg strizza l'occhio alla fantascienza di cult come Terminator.

Inoltre le quattro location differenti riescono a donare al titolo una varietà di ambientazioni non indifferenti, quest'elemento si collega poi al ritmo serrato del gioco che seppur come detto prima soffre di un'eccessiva linearità, riesce ad offrire situazioni diversificate per gran parte dell'avventura.

Gli enigmi di Casa Beneviento ad esempio non propongono mai un livello di sfida particolarmente elevato, ma rispetto agli altri luoghi dei Signori il gameplay è basato meno sull'azione e più sull'ingegno.

In Resident Evil Village, tornano anche le boss fight, più alcuni mini boss, in linea generale sono più riuscite per la scenografia che rappresentano, piuttosto che per il comparto ludico.

Prestazioni tecniche

Sul fronte tecnico, Resident Evil Village ha un impatto visivo non indifferente, il merito è del Re Engine, motore grafico già ammirato con i due più recenti Remake, nell'action Devil May Cry 5 e in Resident Evil 7.

Rispetto al precedente episodio il salto in avanti è evidente, le zone sono più estese ma non per questo perdono di qualità.

La conduzione artistica contribuisce a rendere il titolo ancora più affascinante, la cura delle architetture del Castello Dimitrescu sono un esempio.

Tuttavia, sono presenti ancora alcune imperfezioni legate al motion capture e ad alcune texture non così definite, vista anche la natura cross-gen del titolo, dovremo attendere il prossimo gioco del franchise per un netto passo nella nuova generazione.

Resident Evil Village implementa anche il Ray-Tracing sulle console next-gen, al momento la tecnologia su PlayStation 5 e Xbox Series X non convince pienamente, sono presenti alcuni effetti di riflessione, ma non così di grande impatto.

Nella versione testata da noi (Xbox Series X), il titolo beneficia dei caricamenti che risultano immediati grazie ai nuovi SSD, mentre attivando il Ray-Tracing il frame-rate non rimane ancorato ai 60 FPS, il discorso è diverso nel momento in cui viene disattivata la tecnologia e in quel caso i 60 FPS sono fissi.

Resident Evil Village impressiona invece sul montaggio sonoro, la cura riposta nei suoni dei Lycan e delle stesse armi da fuoco è sicuramente di ottimo livello.

Il doppiaggio in italiano invece non convince particolarmente, la voce del protagonista ci è parsa sottotono, così come quella di altri comprimari e fanno eccezione alcuni villain dell'avventura come Lady Dimitrescu e Karl Heisenberg.

Sul fattore longevità, Resident Evil Village si può completare in circa 10 ore a difficoltà normale, bisogna anche considerare che nel pacchetto è compresa la Modalità Mercenari, sbloccabile una volta completata la campagna e risulta molto simile ai classici Raid, dove c'è un obiettivo da raggiungere prima di poter passare all'area successiva.

Vista la natura più action del titolo, la Modalità è particolarmente frenetica e non dovete aspettarvi una lotta alla sopravvivenza.

Resident Evil Village è un capitolo solido che migliora dal punto di vista del gameplay rispetto al predecessore, con una progressione gestita in maniera migliore, ma con una componente action troppo spiccata.

La cura della ambientazioni e il ritmo del gioco sono tra i maggiori pregi della produzione, che nelle circa 10 ore per completare la campagna non ha particolari cali.

Le zone dei quattro Signori propongono situazioni sempre differenti, ma soffrono di un'eccessiva linearità e lo stesso protagonista non è tra i migliori della saga.

Resident Evil Village è un capitolo che convince con alcune riserve, la produzione rimane comunque una delle migliori del primo anno della nuova generazione di PlayStation 5 e Xbox Series X.

Voto 7,9

Pro

Ritmo di gioco incalzante e gameplay migliorato....

Ambientazioni variegate e con una grande cura dei dettagli

Audio design di altissimo livello

Contro

... ma la componente action è troppo spiccata

Il titolo soffre di un'eccessiva linearità

Protagonista poco convincente


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