Stray: un gatto in un mondo Cyberpunk- la recensione

17.08.2022

Stray è uno dei videogiochi indipendenti più importanti rilasciati in questo periodo estivo, insieme ad A Dusk Falls (qui la recensione), il titolo era uno dei più attesi anche per la particolarità di avere un gatto protagonista in un videogioco.

La campagna marketing importante poteva in un certo senso essere deleteria per il videogioco pubblicato da Annapurna, tuttavia Stray è un titolo sicuramente peculiare proprio per il motivo spiegato poco fa.

Trama

La trama di Stray ci mette nei panni di un gatto, il protagonista non ha un nome ed è riconoscibile per il pelo di colore arancione ed abita insieme ad altri felini in un impianto fognario, tuttavia un giorno cade in un canale di scolo e tramite il tunnel si ritrova nella Città Morta, la prima ambientazione del gioco.

In questa città, il nostro protagonista incontra B-12, un piccolo drone dotato di un'intelligenza artificiale evoluta che in questo viaggio ci accompagna con l'obiettivo di ritrovare i ricordi perduti e di un indizio che possa ripornarlo al suo padrone.

La narrativa di Stray è molto intrigante, i dialoghi con gli Oltraggiosi (androidi che popolano la città) ci svelano maggiori informazioni e in particolare con Momo, (uno degli abitanti della zona) alcuni eventi si legano direttamente alla trama principale del titolo pubblicato da Annapurna.

Per ciò che riguarda la parte finale non risulta invece così convincente, visto che in un certo senso sembra terminare troppo in fretta e la stessa longevità è sicuramente un fattore da prendere in considerazione: ho terminato Stray in circa 5 ore di gioco, in linea generale ho avuto la sensazione che il racconto poteva durare qualche ora in più e in alcuni frangenti alcune situazioni si chiudono in maniera sbrigativa.

Gameplay

Il gameplay di Stray è abbastanza basilare e non si pone l'obiettivo di offrire un livello di sfida impegnativo (non è presente la difficoltà settabile).

Il titolo di BlueTwelve Studio si focalizza specialmente sulle fasi platform, quest'ultime sono abbastanza guidate e non è possibile arrampicarsi ovunque, i salti da effettuare ricordano quelli di altri videogiochi open world con il gatto che si arrampica in automatico sui vari appigli.

Questa scelta è stata fatta per non creare vari problemi nell'esperienza di ogni utente che poteva perdere di vista il percorso da seguire, nel gioco infatti non sono presenti punti di indicazione e in alcuni momenti è presente quella sensazione di perdersi e ritrovarsi, ovviamente in maniera parziale e non come i maggiori  esponenti del genere metroidvania.

In Stray sono anche presenti puzzle ambientali abbastanza semplici, situazioni in cui il protagonista deve fuggire dai Zurk (i nemici presenti nel gioco), codici da decifrare e consegna di oggetti agli NPC.

In linea generale l'anello debole di Stray è proprio il gameplay, immediato ed accessibile, ma con meccaniche troppo semplici e con delle fasi stealth approssimative, quest'ultime sono facilitate da un gadget a disposizione del gatto, che tendono ad abbassare notevolmente il livello di sfida.

Per ciò che concerne le fasi di esplorazione, il videogioco pubblicato da Annapurna è caratterizzato da aree non totalmente lineari, è possibile trovare dei collezionabili e trovare elementi che approfondiscono la lore di Stray, non siamo comunque di fronte ad un'estensione delle zone particolarmente estesa.

In Stray ci sono anche piccoli riferimenti per chi apprezza il mondo dei felini, ad esempio nei panni del protagonista possiamo indossare un sacchetto di carta in testa, miagolare e rannicchiarsi per fare un pisolino.

Ambientazione e prestazioni tecniche

L'ambientazione di Stray ha un'evidente ispirazione al mondo Cyberpunk, i luoghi che ho esplorato durante l'avventura di BlueTwelve Studio sono riconoscibili e arricchiti da una direzione artistica di ottimo livello.

Le scelte cromatiche sono molto variegate e la sensazione è quella di trovarsi davanti a delle fotografie in movimento.

Inoltre, Stray si ispira anche a diverse produzioni videoludiche come Inside ed a diverse pellicole cinematografiche, provenienti anche dal mondo dell'animazione.

Per ciò che concerne il comparto tecnico, ho giocato Stray su PlayStation 5 ma non sono presenti Modalità Grafiche, il titolo gira a 60FPS abbastanza stabili e l'illuminazione convince particolarmente, seppur in alcuni casi si nota una pulizia delle texture poco definite, si tratta comunque di una produzione indipendente e il lavoro svolto rimane soddisfacente.

Sull'audio design i rumori ambientali sono adatti al contesto e possiamo ascoltare anche i miagolii del protagonista, mentre la colonna sonora contribuisce nella creazione dell'atmosfera e rimane di sottofondo durante l'esplorazione.


Stray è stato uno dei titoli più pubblicizzati quest'anno, il videogioco pubblicato da Annapurna spicca per un'ottima art direction e per una narrativa convincente.

Tuttavia da una produzione indipendente ci si poteva aspettare una maggiore originalità nelle meccaniche e lo stesso gameplay risulta la parte debole del videogioco di BlueTwelve Studio.

Stray è un buon titolo, risulta sicuramente peculiare grazie alla possibilità di vestire i panni di un gatto e nonostante alcune pecche è un videogioco consigliato, vista anche la sua presenza all'interno del PlayStation Plus Extra e Premium.

Voto 7,4

Pro

Direzione artistica ottima e ambientazioni Cyberpunk ispirate

Narrativa che sorprende in positivo

Contro

Gameplay fin troppo basilare

Poco longevo

Manca di originalità nelle meccaniche di gioco



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