Top ten della generazione (video online su YouTube)

20.07.2021

Nelle scorse settimane ho approfondito la top 50 della generazione, ma per ciò che riguarda i primi dieci giochi in classifica ho deciso di dedicare un video.

Il filmato è online sul mio canale YouTube, vi invito a visionarlo e ad iscriversi al canale.

Nel precedente video vi ho parlato delle mie personali delusioni della generazione PlayStation 4 e Xbox One, mentre questa volta approfondirò i dieci giochi che ho preferito nella generazione appena trascorsa.

Come potete vedere ho deciso di lasciare spazio a diverse menzioni d'onore, proprio perché selezionare solamente dieci giochi non è stato semplice,visto che in questi anni sono usciti titoli eccezionali e probabilmente si tratta della generazione che più ho preferito.

Ovviamente si tratta di una classifica personale quindi troverete titoli non sempre apprezzati da critica e utenza, quindi se non troverete giochi che avete amato perché appunto la classifica è la mia.

Inoltre prima di partire con la classifica, volevo chiarire che ho preso in considerazione solamente un gioco per franchise e tutti i titoli usciti da fine 2013 a fine 2020.



10)The Witcher III: Wild Hunt (2015)

The Witcher 3 è uno degli open world che più ho preferito in questa generazione e uno dei migliori Action rpg di sempre.

L'opera di CD Project mi ha intrattenuto per molte ore di gioco e sono rimasto affascinato dall'atmosfera fantasy che si vive in The Witcher 3, il mondo di gioco è vivo e pulsante e ho adorato la varietà dell'ambientazione, si passa dalla città di Novigrad alle isole Skellige.

The Witcher 3 è anche uno degli open world migliori anche dal punto di vista narrativo, le missioni secondarie che spesso hanno un'importanza pari alla storyline principale sono uno degli elementi che più mi fanno elevare la produzione di CD Project Red tra i capisaldi della generazione appena trascorsa.

La stessa trama principale che vede come obiettivo il ritrovamento di Ciri mi ha coinvolto fin dall'inizio, con nessun particolare calo di ritmo dell'avventura, inoltre anche Geralt di Rivia, protagonista dell'avventura è uno dei personaggi meglio caratterizzati dell'intera generazione.

Una menzione la meritano anche le espansioni Hearts of Stone e Blood and Wine, che equivalgono ad un gioco intero sia per longevità che per qualità della scrittura.

L'unico problema del gioco riguarda il combat system, non cosi piacevole come altri esponenti del genere e sono presenti diverse imperfezioni seppur ho trovato veramente interessante per l'uso dei vari segni che donano maggior varietà agli scontri.

The Witcher 3 si trova solamente in decima posizione, specialmente per il difetto che ho menzionato poco fa, ma vista la qualità di giochi usciti in questi anni l'opera di Cd Project è stato per me uno degli open world simbolo di una generazione eccezionale.


9)Sekiro: Shadows Die Twice (2019)

Sekiro è stata una delle mie più grandi sorprese di questi anni, ho sempre mal digerito le opere di From Software e tutti i Souls-like, quindi non sapevo cosa aspettarmi dal titolo che vede protagonista il Lupo.

Sekiro è stata un'esperienza straordinaria, il combat system è inarrivabile nel genere action, l'idea di basare un sistema di combattimento sulla postura l'ho trovata geniale, inoltre a differenza dei Souls-like il titolo non si basa sull'aumento di statistiche, nonostante sia presente un ramo delle abilità ben stratificato.

Oltre questo ho gradito anche la scelta di integrare la Resurrezione , piuttosto che la raccolta dell'anima come avviene nei Souls, visto che ci sono anche scopi narrativi legati all'Erede Divino, uno dei personaggi più importanti di Sekiro.

Il titolo presenta anche delle meccaniche stealth ben riuscite e spesso utili nelle situazioni in cui saremo costretti a liberare le aree con più nemici e l'uso del rampino l'ho trovato essenziale visto che dona maggior verticalità e dinamicità all'azione.

La nuova Ip di From Software non abbandona poi la solita lore che contraddistingue i Souls, ma fa uno sforzo decisamente superiore per ciò che riguarda la narrativa principale, visto che il Lupo è un personaggio ben definito e caratterizzato.

La stessa ambientazione prende una direzione opposta rispetto ai precedenti titoli del team, non c'è più un'ambientazione molto oscura ma si basa su un immaginario ispirato alla fine del periodo Sengoku, in generale ho gradito molto questo cambiamento e apprezzato la varietà delle ambientazione, grazie anche ad una connessione delle mappe veramente eccezionale.

Ci sono anche alcuni problemi noti a chi mastica le produzioni From Software e mi riferisco alla gestione della telecamera specialmente quando siamo costretti ad affrontare dei boss in ambienti più stretti e una gestione della difficoltà che non risulta sempre graduale e in alcuni punti sono presenti degli scogli quasi insormontabili.

Tuttavia Sekiro è stato un titolo che mi ha cambiato anche come giocatore, un gioco che mi ha spinto a migliorarmi continuamente dopo ogni fantastica boss fight, specialmente quella finale che la ritengo una vera danza tra katane e arrivato ai titoli di coda mi ha dato un appagamento indescrivibile, brava From Software che mi hai fatto ricredere dopo le esperienze passate.

8)Ori and the Will of the Wisps (2020)

Mio personale Game of the Year del 2020 che ha superato un titolo incredibile come The Last of Us Part II, l'opera di Moon Studios migliora diversi aspetti del primo capitolo.

Il combat system è finalmente uno dei pregi della produzione e ha un importanza pari all'esplorazione, la possibilità di variare armi e frammenti dona una grande varietà al gameplay.

La narrativa delicata mi ha suscitato un impatto maggiore e sono presenti diversi momenti emozionanti che non possono lasciare indifferenti.

Ori and the Will of the Wisps è un gioco più longevo e completo, senza perdere mai quell'atmosfera magica che era presente anche in the Blind Forest, l'esplorazione risulta più appagante con ambientazioni più ampie e variegate, con una direzione artistica sempre eccezionale.

E' stato il metroidvania in 2d simbolo della mia generazione, un titolo che mi ha spinto a completare qualsiasi attività nella mappa e con le magiche soundtrack riesce ad accompagnare il giocatore durante l'esplorazione, gli unici difetti riguardano un'ottimizzazione non entusiasmante al lancio e una gestione della difficoltà che può creare diversi grattacapi in specifici momenti della storyline, ma Ori and the Will of the Wisps merita di occupare una posizione importante nella mia classifica della generazione.


7)Horizon Zero Dawn (2017)

L'opera di Guerrilla è stata un'altra delle sorprese di questa generazione, prima di giocare il titolo pensavo fosse un titolo abbastanza canonico e molto generico anche nella trama principale.

Invece mi ha stupito in positivo la qualità della storyline, la lore e tutto ciò che riguarda la nascita delle macchine robotiche e di come la popolazione non sia evoluta sono tra gli elementi che più ho trovato interessanti durante la mia esperienza in Horizon.

La stessa storia di Aloy è decisamente interessante, un personaggio già destinato a diventare un' icona PlayStation.

L'open world definito spesso canonico e ispirato alla formula Ubisoft trova la sua dimensione specialmente nel combat system peculiare contro le macchine robotiche, difficilmente dimenticherò l'adrenalina del primo scontro con il Divoratuono, il nemico più feroce presente in Horizon.

Il mondo post apocalittico del titolo si piazza poi in testa tra i giochi di questa generazione, grazie ad una varietà di ambientazioni eccellente e si tratta di uno dei giochi in cui la componente grafica non può passare in secondo piano, Horizon è fantastico da vedere grazie a quel gioiello di motore grafico chiamato Decima Engine.

Come in tutte le nuove IP ci sono alcuni elementi che potevano essere più curati come la caratterizzazione di alcuni personaggi secondari e gli scontri con i nemici umani che non godono di un'intelligenza artificiale così evoluta, tutti difetti che spero verranno limati in Forbidden West, sequel del primo capitolo che si piazza in prima posizione tra i giochi annunciati sulla nuova generazione di console.

Horizon Zero Dawn è uno dei punti più alti raggiunti dai PlayStation Studios, un titolo che ogni possessore di PlayStation 4 non dovrebbe farsi sfuggire.


6)Gears 5 (2019)

Dopo Gears of War 4 le aspettative si erano molto abbassate per questo Gears 5, che toglie la dicitura of War e prometteva diversi cambiamenti.

Ebbene Gears 5 non solo ritorna ai fasti della trilogia, ma la supera anche sotto diversi aspetti.

La campagna single player gode di momenti narrativi veramente eccezionali, con Kait che si dimostra un personaggio ben caratterizzato e funziona perfettamente da protagonista, visto il suo passato legato ad alcuni antenati ben conosciuti per gli affezzionati della saga.

JD assume un ruolo migliore rispetto a ciò che sembrava nel quarto capitolo, spesso definito come il figlio non carismatico di Marcus, mentre nelle vicende di questo Gears 5 assume tutt'altro spessore.

Il gameplay funziona sempre tremendamente bene con quello shooting dannatamente appagante, ma oltre questo ci sono state aggiunte piacevoli che sono delle grandi novità per il franchise.

Il robot Jack porta una grande varietà al gameplay di Gears 5, grazie a delle abilità contestualizzate e integrate nel contesto dello shooter di Microsoft.

La struttura open map poi dona maggior respiro all'avventura di The Coalition, con ambientazioni più ricercate rispetto al passato come la zona innevata dell'atto 2.

Sono presenti anche alcune missioni opzionali utili a potenziare Jack che non spezzano il ritmo dell'avventura e anzi offrono momenti inediti per gli affezionati della saga, senza scadere mai in un numero di attività eccessive.

Il multiplayer continua ad intrattenermi ancora oggi con ricompense stagionali e continui aggiornamenti, sono presenti anche nuove Modalità come Fuga e Arcade.

Ci sono comunque due fattori che non hanno permesso a Gears 5 di entrare per un soffio nella mia top 5 e sono relativi alle meccaniche stealth integrate che in alcuni momenti offrono una varietà al gameplay, ma le sezioni furtive risultano poco rifinite e ad un finale anticlimatico che lascia un po' di dubbi in attesa del sesto capitolo, l'esperienza di The Coalition rimane comunque uno degli shooter simbolo della generazione e una delle migliori esclusive Microsoft.


5)Forza Horizon 4 (2018)

Forza Horizon 4 è il racing arcade definitivo, in attesa del quinto capitolo non vedo altri titoli che possono superarlo.

La serie era inizialmente nata come secondaria rispetto a Motorsport, due titoli che però appartengono a due generi differenti e che Horizon già dal terzo capitolo ha raggiunto delle vette qualitative sorprendenti, ma con Forza Horizon 4 Playground Games è riuscita a sorprendermi ancora di più, grazie alla novità delle stagioni.

Il racing Microsoft è diventato un vero e proprio Games as a Service ricco di contenuti fin dal lancio, grazie a questo settimanalmente ogni cambio di stagione vengono inseriti nuovi campionati e ricompense, tutto questo mi ha permesso di giocare il titolo fin dal day one.

L'ambientazione della Gran Bretagna denota una grande cura nei dettagli e tramite la novità già citata delle stagioni sembra di vedere luoghi differenti ogni settimana.

Forza Horizon 4 ha subito anche un grande rinnovamento per ciò che riguarda la componente online, che è ben più ricca rispetto ai precedenti capitoli.

Il sistema di guida con il con il consolidato sistema drivatar funziona sempre di più e non presenta particolari sbavature, il settaggio della difficoltà potrà aiutare sicuramente i giocatori che vogliono un'esperienza più semplice a chi vorrà un maggior livello di sfida, senza ovviamente dimenticare che si tratta di un gioco arcade e non simulativo.

Il comparto grafico di Forza Horizon 4 è eccezionale e oggi su Series X giova di caricamenti più immediati e di una stabilità del frame rate maggiore, visto che su Xbox One standard una delle maggiori pecche riguardava i cali di FPS.

Con l'annuncio di Forza Horizon 5 sono veramente curioso di vedere cosa riuscirà ad inventarsi Playground Games e se riuscirà a superare il miglior gioco di sempre nel genere dei racing arcade, un titolo che dal mio punto di vista merita l'appellativo di capolavoro di genere.


4)Control (2019)

Control è l'ultima opera di Remedy, un titolo che presenta dei tratti distintivi con i precedenti giochi del team finlandese come la narrativa e gli sparatutto in terza persona, ma la differenza è che si tratta di un gioco non lineare ma essenzialmente un metroidvania in 3D.

Il titolo di Sam Lake e soci presenta uno dei gameplay più intriganti di sempre, grazie ai poteri telecinetici di Jesse Faden, la protagonista di Control.

La gestione della fisica è eccezionale e la fase di shooting funziona con una certa dinamicità negli scontri.

L'idea alla base di Control è quella di muoversi continuamente riuscendo a dosare i poteri, con l'unica arma da fuoco molto intrigante visto che si divide in cinque diverse forme.

Inoltre, la progressione delle abilità e i poteri aggiuntivi rendono il titolo peculiare all'interno del genere dei TPS.

Control è un po' come Sekiro nel genere Action, nuove IP che sperimentano sul profilo ludico e che per me sono i due gameplay che più mi hanno colpito nella generazione.

Control è stato un titolo che mi ha appassionato anche a livello narrativo grazie ad una regia visionaria ispirata ai film di David Lynch con alcuni personaggi ben caratterizzati come il dottor Darling e Trench, il titolo abbraccia il genere del New Weird, corrente letteraria che contamina fantasy e horror.

Proseguendo nell'avventura sono rimasto sempre più affascinato dalla particolarità del titolo di Remedy, complice anche una direzione artistica sublime e un'ambientazione come la Oldest House che muta continuamente.

Lo sblocco dei poteri è poi essenziale per raggiungere luoghi prima inesplorabili, un classico esempio è la levitazione, l'ultima abilità che Jesse impara proseguendo nella storyline.

Uno dei pochi problemi di Control riguarda l'ottimizzazione al lancio, oggi invece con la Ultimate Edition su next-gen il frame rate è stabile e il ray tracing è implementato in maniera ottima.

La parziale delusione riguarda solamente il secondo DLC relativo ad Alan Wake che ho trovato veramente sottotono rispetto a ciò che Control mi ha offerto nelle diverse ore in cui ho esplorato il Federal Bureau of Control.

Remedy è riuscita ad uscire dalla propria comfort zone con una delle nuove IP migliori di questi anni, il team finlandese è riuscito ad uscire fuori dagli schemi riuscendo ad offrire un'esperienza di qualità. Personalmente Control è una delle vette raggiunte nell'intera generazione di PlayStation 4 e Xbox One.


3)Uncharted 4 (2016)

Il titolo di Naughty Dog è l'apice raggiunto da uno dei franchise storici di PlayStation, un titolo che apporta diverse novità rispetto alla trilogia.

Uncharted 4 è a livello narrativo un netto passo in avanti, le tematiche trattate sono molto più profonde rispetto ai capitoli precedenti. L'importanza di un personaggio come il fratello Sam rende la trama molto più intrigante e ci porterò a scoprire il passato della famiglia Drake.

Il rapporto più umano tra i protagonisti e la maturazione di diversi personaggi sono gli elementi che più mi hanno convinto di questo quarto capitolo, riuscendo a trovare un giusto bilanciamento senza mai integrare una drammaticità eccessiva che poco si sposerebbe in un action adventure come Uncharted.

La recitazione è eccezionale, cosi come la messa in scena nelle fasi di azione, un esempio è la fuga dal mercato con la jeep, una delle sezioni action più adrenaliniche della generazione appena trascorsa.

L'esplorazione offre diversi spunti interessanti, penso ad esempio alla zona del Madagascar in cui sarà possibile esplorare un ampia zona ma senza scadere in un open world poco vicino al contesto di un gioco come Uncharted.

L'obiettivo di allargare la mappa senza mai perdere di vista la trama principale è uno degli aspetti più riusciti del gioco, la forza di Uncharted in queste sezioni è di creare un mix solido tra fasi platform e enigmi ambientali mai troppo complessi.

Il gameplay è ancora più rifinito con uno shooting soddisfacente e con notevoli aggiunte come il rampino che dona maggiore verticalità all'azione e un level design perfetto.

La stessa intelligenza artificiale è migliorata molto rispetto alla trilogia rilasciata su PlayStation 3, mentre le sezioni stealth integrate in questo quarto capitolo sono poco rifinite e fin troppo basilari, forse l'unico vero difetto di una produzione stellare.

Inoltre la varietà delle ambientazioni sono un altro pregio della produzione, grazie anche ad un comparto tecnico eccezionale e forse quello ancora oggi che ritengo il più soddisfacente dell'intera generazione.

Un'altra sorpresa è stato il multiplayer che mi ha coinvolto per moltissime ore, specialmente con la modalità Sopravvivenza e l'aggiunta del rampino rende più imprevedibili i deathmatch.

In definitiva Uncharted 4 è un titolo che si è avvicinato ad insidiare le prime due posizioni, il miglior gioco di avventura di sempre e un titolo che anche da solo vale l'acquisto di una PlayStation 4.

Sic Parvis Magna.


2)Red Dead Redemption 2 (2018)

Quando penso all'apice degli open world di sempre il mio pensiero va sempre a Red Dead Redemption 2. Dopo aver giocato il titolo Rockstar gli altri open world si trovano di fronte ad una situazione scomoda, inevitabilmente la cura dei dettagli relativa alla narrativa e all'interazione nell'open world sono dei punti imprescindibili in un confronto con altri giochi a mondo aperto.

Red Dead Redemption 2 è una perfetta ricostruzione di un periodo storico, un titolo che mi ha sconvolto grazie anche a dei personaggi da premio oscar ed una messa in scena eccezionale alla pari di giochi lineari.

Più i giorni passavano e più mi rendevo conto come Arthur Morgan è stato per me il mio personaggio preferito di sempre, un uomo che con il passare del tempo mostra le proprie fragilità.

La verità è che Red Dead Redemption 2 ti sbatte la verità in faccia prima del previsto, ma è come Rockstar riesce a raccontarti gli eventi che mi ha completamente rapito.

Il gameplay spesso criticato dai detrattori del titolo, rimane un tps solido con uno shooting soddisfacente e adatto ad un contesto del genere, forse l'unico difetto che ho riscontrato rimane un sistema di coperture non cosi solido.

La messa in scena anche delle singole sparatorie sono degne di un opera tarantiniana, con teste che esplodono dopo l'uso del Dead Eye, una sorta di bullet time in salsa western.

Ma la vera rivoluzione dell'open world Rockstar rimane l'interazione con gli NPC, nei panni di Arthur Morgan avremo la possibilità di minacciare o aiutare ogni personaggio che incontreremo tra le strade di Valentine o Saint Denis, la città più nobile del titolo Rockstar.

Mi ha sconvolto ad esempio quando dopo diverse ore di gioco un NPC ha deciso di regalarmi un oggetto all'emporio dopo averlo salvato alcuni giorni prima.

Il titolo Rockstar presenta anche una varietà di ambientazioni incredibili, un gioco che dal punto di vista tecnico è impressionante considerando la mole di elementi a schermo.

Il gioco comprende anche Red Dead Online, esperienza multiplayer del titolo Rockstar, ma che forse rimane l'unico passo falso dell'esperienza, che ho trovato un po' sottotono dopo che mi ha comunque intrattenuto un buon quantitativo di ore.

In definitiva ritengo Red Dead Redemption 2 un titolo mastondotico per la cura dei dettagli, un open world che rappresenta un punto di arrivo e che difficilmente a breve verrà superato, un autentico capolavoro della generazione appena trascorsa e che merita dal mio punto di vista la valutazione da perfect score.


1)Quantum Break (2016)

Nella precedente generazione Alan Wake fu il mio gioco generazione che si era conteso la prima posizione con Red Dead Redemption, due titoli totalmente diversi un po' come in questo caso tra Quantum Break altro titolo di Remedy e il secondo capitolo del western Rockstar.

Quantum Break è uno dei giochi più criticati di questi anni sia da critica e utenza, ma come detto all'inizio la classifica rispecchia le mie preferenze della generazione.

La nuova proprietà intellettuale di Remedy affronta la tematica sci-fi in maniera originale e mi ha messo di fronte ad una delle trame migliori che abbia mai giocato in un videogioco.

La caratterizzazione dei personaggi e la recitazione da oscar grazie anche alla presenza di attori noti sono tra gli elementi che più mi hanno fatto innamorare di Quantum Break.

Inoltre oltre alla trama in sé il legame che si crea tra Jack Joyce e Beth Wilder è eccezionale, nonostante un destino inevitabile in cui prima o poi i protagonisti dovranno affrontare.

La scelta di integrare una serie live action alla fine di ogni atto con una decisione nei panni dell'antagonista Paul Serene è stata azzeccata, la qualità della serie tv è di ottimo livello e ogni scelta differente cambia alcuni momenti del telefilm, ma l'obiettivo del titolo Remedy non è quello di stravolgere totalmente gli eventi come può accadere in titoli nel genere degli interactive drama, ma di raccontare una storia e in questo il team finlandese ha centrato in pieno il suo obiettivo.

Il gameplay già prima di Control svecchiava la formula dei TPS più statici, i poteri in questo caso temporali di Jack Joyce offrono un'ottima varietà alla componente ludica di Quantum Break.

Il sistema di coperture è pensato solamente per ricaricare l'arma e non per rimanere ancorati in un punto fermo, l'idea del gioco è di giocare a viso aperto mischiando i poteri del protagonista con le meccaniche di shooting ben riuscite.

Rendere il cover system dinamico ha donato una maggior frenesia all'azione e non usare i poteri temporali significa non godere appieno di uno dei gameplay più sottovalutati di sempre.

Giocato a livello difficile Quantum Break è un titolo veramente appagante e spinge a giocare il titolo variando continuamente le possibilità offensive e difensive dei poteri del protagonista, visto il livello di sfida più alto rispetto a normale.

L'unico appunto che posso fare al titolo riguardano le animazioni del protagonista ma solamente nelle fasi di esplorazione e non nelle sezioni in cui saremo costretti ad imbracciare le armi da fuoco.

In definitiva Quantum Break è il mio gioco della generazione, un titolo che mi ha emozionato, divertito con il suo gameplay e in alcuni momenti mi ha fatto anche ridere, uno dei giochi che rispecchiano ciò che più cerco in un videogioco lineare, uno degli esperimenti narrativi più affascinanti di sempre e appena ho iniziato il titolo ho subito avuto la sensazione che sarebbe entrato nella mia elite di sempre, grazie Remedy anche se forse non vedremo mai un sequel, ma nessuno potrà togliermi il ricordo eccezionale di Quantum Break.


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