God of War Ragnarok: la fine del viaggio norreno di Kratos e Atreus- la recensione

12.01.2023

God of War Ragnarok era uno dei giochi più attesi su PlayStation 5, inizialmente sembrava che la produzione dovesse arrivare solamente sull'hardware next-gen, ma poi come per Gran Turismo 7 (qui la recensione) e Horizon Forbidden West (qui invece quella della produzione Guerrilla), il titolo è stato rilasciato anche su PlayStation 4.

La mia attesa verso il videogioco sviluppato da Santa Monica era molta, il soft-reboot del 2018 era riuscito anche a cambiare le carte in tavola rispetto al passato, riuscendo a conquistare il Game of the Year nel 2018, tuttavia soffriva nella una varietà delle boss fight  e in un combat system che risultava soddisfacente, ma con un armamentario meno diversificato del previsto.

Trama

La trama di God of War Ragnarok riparte tre anni dopo gli eventi del precedente capitolo, Kratos e Atreus riescono a sopravvivere al Filbumwinter e vengono attaccati da Freya, in cerca di vendetta dopo la morte del figlio Baldur.

L'incipit della nuova opera di Santa Monica è anche superiore al predecessore come pathos e avvenimenti che accadono nelle prime ore di gioco, inoltre le tematiche trattate in God of War Ragnarok sono maggiori: da un lato lo scontro con Thor e molti nuovi personaggi legati alla storyline, dall'altro il rapporto tra Atreus e Kratos che come subisce una notevole evoluzione.

La caratterizzazione dei due protagonisti convince anche più del predecessore, la consapevolezza di "Loki" è ben superiore e Kratos percepisce i cambiamenti del figlio, entrambi hanno paura di non poter passare insieme tutto questo tempo, d'altronde lo scontro ad Asgard  prima o poi è inevitabile.

Pensando a God of War 2018 in cui la morte di una madre o di una moglie era l'elemento centrale della narrativa, in questo nuovo capitolo non c'è più quell'atmosfera triste, ma piuttosto una sensazione di angoscia e preoccupazione di Kratos e Atreus.

Per ciò che concerne la regia, il titolo riprende il piano sequenza inaugurato nel 2018 con una qualità ancora superiore nella recitazione dei personaggi e speciamente il lavoro svolto da Cristopher Judge nei panni di Kratos è sublime, il protagonista di God of War Ragnarok con la sua mimica facciale riesce a far trasparire le proprie emozioni al giocatore.

Analizzando il comparto narrativo, al netto della qualità complessiva che si attesta su livelli ottimi e in alcuni momenti anche superiore al predecessore, tuttavia bisogna constatare qualche calo di ritmo nella parte centrale della Main Quest, principalmente legata a personaggi secondari meno a fuoco e determinate fasi potevano essere un pò  snellite.

Durante l'esplorazione non mancheranno le fantastiche storie di Mimir, mai banali e riescono ad essere sempre interessanti nei momenti in cui i due protagonisti si dedicheranno alle attività secondarie del gioco.

Quest'ultime stupiscono in positivo per qualità, nonostante ne siano presenti molte di più rispetto al precedessore, God of War Ragnarok non risulta mai un contenitore di attività poco interessanti e totalmente opzionali.

Le missioni secondarie infatti sono in alcuni casi legati a personaggi principali della storyline oppure momenti legati alla lore dell'opera di Santa Monica Studio.

Sulla narrativa ambientale ritornano infatti gli artefatti legati alla mitologia norrena, sulla falsariga di ciò che abbiamo visto nel Game of the Year del 2018.

Gameplay

Il gameplay di God of War Ragnarok prende dalle basi del precedente capitolo, migliorando notevolmente la formula.

Al contrario di God of War 2018, Kratos ha sia il leviatano che le lame del caos nelle prime ore di gioco, inoltre senza svelare troppo ci saranno altre sorprese nell'armamentario durante la storyline.

La componente GDR ad esempio molto superflua nel predecessore, in God of War Ragnarok assume tutt'altra forma, è possibile equipaggiare diversi attacchi runici minori e maggiori per ogni arma con gli upgrade dal livello 1 fino al 3.

Nel corso della mia avventura ho cambiato varie volte la tipologia di attacchi runici sia sul Leviatano che nelle Lame del Caos, ognuna di queste poi ha una diversa efficacia sui danni e  stordimento.

Le stesse armature risultano fondamentali per potenziare Kratos, infatti è possibile creare delle vere e proprie build per l'equipaggiamento, si possono aumentare di livello oppure decidere di cambiarle durante la storyline, la stessa cosa riguarderà per lo scudo, ce ne sono di tipologie diverse e relative allo stile che si intende adottare negli scontri.

Il combat system presenta quindi molte più possibilità di variare attacchi e armi, un aspetto che è totalmente migliorato rispetto al Game of the Year del 2018 e uno degli step  più evidenti della nuova esclusiva PlayStation.

Per ciò che riguarda la varietà del bestiario, God of War Ragnarok riesce a limare anche quest'aspetto, non ci sono più i mid-boss ripetuti come nemici normali e ogni regno ci mette (nella maggior parte dei casi) di fronte ad avversari diversificati.

Le stesse boss fight  sono molte di più rispetto a God of War 2018 e alcune della storia principale mi hanno colpito per impatto scenico ed epicità degli scontri, pur non raggiungendo in maniera continua la qualità della trilogia originale e in qualche missione secondaria può capitare di dover riaffrontare un boss della Main Quest, in linea generale ritengo il lavoro svolto più che soddisfacente.

Un altro aspetto da prendere in considerazione è l'esplorazione dei Nove Regni, questa volta il Lago dei Nove non è l'hub principale di gioco, ma ogni Regno è molto più ampio e dedicato ad attività secondarie come detto antecedentemente.

Oltre alla qualità dei contenuti opzionali, God of War Ragnarok convince particolarmente nel level design, la maggiore verticalità nell'esplorazione è fondamentale per muoversi in maniera più rapida e spesso il collegamento tra i vari contenuti secondari è legato ad esempio alla risoluzione di un'enigma per aprire un cancello prima inaccessibile.

I puzzle ambientali non risultano mai frustranti e nemmeno troppo semplici, sono un ottimo diversivo per spezzare il ritmo dalle fasi più action,  sono anche  fondamentali  per aprire le casse nornae , quest'ultime utili per potenziare la salute oppure la rabbia di Kratos.

Nel gioco è presente anche una componente in parte da simil-metroidvania, nonostante sia molto distante dal genere, in God of War Ragnarok con nuove abilità sbloccabili è possibile tornare in determinati Regni per sbloccare un'area prima bloccata da un ramo da incendiare con le Lame del Caos oppure un muro da far esplodere.

Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, quest'esplorazione è fondamentale non soltanto per i completisti dei Corvi di Odino o dei collezionabili, ma anche per non perdersi pezzi di equipaggiamento.

God of War Ragnarok presenta anche dei contenuti relativi all'endgame, anche in questo capitolo ci sono l'equivalente delle Valchirie e altre zone che saranno accessibili solo dopo aver raggiunto i titoli di coda.

Albero delle abilità e sezioni con Atreus

Nel videogioco di Santa Monica Studio, come nel precedente ci sarà Atreus come compagno e sia lui che Kratos hanno un ramo delle abilità, nel caso di Kratos è legato ad ogni arma utilizzabile, mentre "il ragazzo" ha un unico albero delle abilità da upgradare, ma  più profondo rispetto al capitolo del 2018.

Tuttavia nel gioco i due non seguiranno sempre la stessa strada, in questo caso dovrò fare un piccolo spoiler legato al gameplay, essenziale per farvi capire un aspetto fondamentale di God of War Ragnarok.

Nel gioco ci saranno delle sezioni che vestiremo i panni di Atreus, spesso sarà in compagnia di Sindri, ma non solo con il suo fedele amico, tuttavia questi momenti che si ripeteranno più volte durante la storyline spiccano molto meno nel level design e soffrono di una maggiore linearità.

Il gameplay con Atreus è quello classico con l'arco e con una sorta di attacco melee, molto dinamico e rapido ma particolarmente scarno, fatte rare eccezioni come una sorta di Furia di Sparta che ha più il compito di evitarci dei game over, visto che semplifica eccessivamente gli scontri.

In linea generale il livello di sfida è molto più basso in queste fasi, nonostante ho settato la difficoltà a livello "Nessuna Pietà (la quarta delle cinque disponibili), raramente mi è capitato di vedere la schermata del game over, tuttavia la principale problematica di queste sezioni è relativa proprio al gameplay meno stimolante del previsto.

Dopo le prime fasi è stato comunque aggiunto un attacco runico che può essere leggero e pesante, due abilità che variano un pò gli attacchi di Atreus, ma troppo poco per rendere particolarmente appagante il gameplay in queste missioni che sono uno dei pochi difetti dell'esclusiva PlayStation.

Ambientazione e prestazioni tecniche

God of War Ragnarok dal punto di vista dell'art direction è una delle produzioni più rappresentative dell'anno, la bellezza dei Nove Regni è evidente, magari alcuni spiccano meno di altri per una maggiore linearità, ma la varietà delle ambientazioni convince e la paura di vedere riproposte le stesse locations come nel precedente capitolo è stata scongiurata.

Il Filbumwinter ha infatti reso il Lago dei Nove e Midgard dei luoghi diversificati rispetto al passato, senza dimenticare poi che nella precedente iterazione del franchise non era possibile esplorare tutti i Nove Regni della Mitologia Norenna e di conseguenza le sorprese non mancheranno.

Il comparto tecnico pur rimanendo particolarmente imponente e con ambientazioni più ampie rispetto al passato, deve purtroppo tener conto di un'uscita anche su PlayStation 4 e per quanto sul nuovo hardware di console Sony l'esperienza si risulta migliore, rimangono alcune magagne legate all'uscita cross gen.

Nel mio caso tra le varie opzioni grafiche ho optato per la Modalità Grafica a frame rate alto, quest'ultima disponibile solamente su pannelli che supportano i 120 HZ e il Variable Refresh Rate, le altre opzioni sono dedicate alla Modalità Prestazioni per rinunciare a qualcosa dal punto di vista grafico e aumentare ancora il frame-rate.

Per ciò che concerne il doppiaggio in italiano, come per le maggiori produzioni Sony il lavoro svolto è di alta qualità, anche gli stessi personaggi secondari risultano molto a fuoco nell'interpretazione nella nostra lingua.

La colonna sonora pur rimanendo derivativa del precedente capitolo continua a convincere, bisogna menzionare poi l'aggiunta di nuovi brani che fanno capolino in alcuni momenti della Main Quest e la collaborazione con Hozier, che purtroppo però possiamo ascoltare solamente quando scorrono i titoli di coda.

In God of War Ragnarok il team ha svolto un ottimo lavoro anche con l'audio design, a seconda dell'arma utilizzata e della tipologia di nemici c'è una certa varietà nel comparto sonoro, ricordo poi che il titolo supporta anche l'audio 3D, feature esclusiva di PlayStation 5.

Una menzione la merita anche il Dualsense, abbastanza funzionale ma non si prende mai la scena in maniera importante come era accaduto con Returnal (qui la recensione), mentre devo dire che tra tutte le feature next-gen di PlayStation 5 la più deludente è sicuramente l'SSD, visto che il gioco maschera i caricamenti quando decidiamo di utilizzare il fast travel per cambiare Regno, in questo caso è evidente che questa restrizione sia a causa dell'uscita su PlayStation 4, per quanto poi queste fasi sono comunque contestualizzate a livello narrativo con dialoghi aggiuntivi tra i vari personaggi.

God of War Ragnarok è un titolo molto longevo e con contenuti di qualità come le missioni secondarie, nel mio caso ho esplorato con Kratos e Atreus circa 45 ore a difficoltà difficile (rimangono ancora contenuti endgame da completare), quest'ultima non risulta mai troppo frustrante, vista anche l'ottima gestione dei checkpoint.


God of War Ragnarok è la conclusione della mitologia norrena iniziata con il capitolo del 2018, il sequel ne migliora i difetti relativi alla poca varietà delle armi e la struttura GDR è stata perfezionata.

Inoltre l'ultima opera di Santa Monica stupisce per la qualità delle attività secondarie e le fasi di esplorazioni riescono a convincere con un ottimo level design.

Rimangono alcuni difetti legati alle sezioni con Atreus e ad una fase centrale della storyline meno a fuoco, nonostante il viaggio norreno di Kratos e Atreus si chiude in maniera ottima, una delle migliori produzioni PlayStation degli ultimi anni.

Voto 9

Pro

Combat system notevolmente migliorato e componente GDR perfezionata

Contenuti secondari di assoluta qualità

Narrativa ben riuscita con l'evoluzione del rapporto tra Kratos e Atreus....

L'esplorazione dei Nove Regni funziona con un level design di qualità

Regia e recitazione ancora migliori

Contro

Le sezioni con Atreus convincono poco sia come gameplay che per un'eccessiva linearità

L'uscita cross gen ne limita il comparto tecnico e i caricamenti sono molto old-gen

.... La parte centrale della Main Quest soffre di alcuni cali di ritmo



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