Prince of Persia The Lost Crown: il metroidvania di Ubisoft- la recensione

24.01.2024

Prince of Persia The Lost Crown è la nuova produzione di Ubisoft Montpellier, team noto per aver sviluppato la serie Rayman e Valiant Hearts: The Great War.

Si tratta di un ritorno molto atteso per il brand di Prince of Persia, assente ormai dal 2008 con un capitolo principale della serie, un franchise che ormai Ubisoft aveva messo da parte dopo l'esplosione sul mercato di Assassin's Creed (qui la recensione di Mirage).


Tuttavia l'azienda francese ha deciso di riprovarci con Prince of Persia The Lost Crown, nuovo capitolo in 2D che appartiene al genere dei metroidvania, visto il successo di altri videogiochi come Hollow Knight, Metroid Dread e Ori and the Will of the Wisps (qui la review del titolo di Moon Studios), la curiosità era molta per vedere la qualità dell'ultima produzione di Ubisoft.

Trama

Il racconto di Prince of Persia The Lost Crown ci mette nei panni di Sargon, un guerriero che appartiene alla banda degli Immortali, tra i combattenti più audaci al servizio dell'Impero.

La trama del nuovo titolo di Ubisoft non brilla particolarmente, sia per scrittura che per ciò che concerne le tematiche del racconto, la quale per gran parte dell'avventura risultano abbastanza scontate, fatta eccezione per un momento specifico verso le fasi conclusive della storyline.

La stessa caratterizzazione dei personaggi rimane tra gli elementi meno efficaci della produzione, questo discorso riguarda vale in egual misura per la maggior parte dei personaggi, tranne il protagonista Sargon e Varham, uno dei comprimari più importanti nella narrativa di Prince of Persia The Lost Crown.

Lo stile dei dialoghi mi ha invece convinto, ricordando da vicino ciò che abbiamo ammirato in Hades, in questi casi i design dei personaggi risulta sicuramente più ispirato rispetto alle classiche cutscene.

Quest'ultime infatti sono fin troppo approssimative, il principale motivo è il character design dei personaggi in-game e la qualità della direzione artistica fin troppo scadente, un aspetto che convince poco anche nei diversi scenari da esplorare nella mappa di Prince of Persia The Lost Crown.

Gameplay

Il gameplay del metroidvania di Ubisoft invece pur non risultando particolarmente originale e prendendo ispirazione da produzioni come Hollow Knight, è a tutti gli effetti tra i migliori nel genere di appartenenza.

La mappa è molto chiara e leggibile, impreziosita poi da uno degli esempi migliori di accessibilità tra le produzioni recenti, oltre ai classici segnalini da inserire nella mappa il titolo aggiunge la possibilità di inserire foto che rappresentano la zona esplorata precedentemente.

L'altro elemento che merita una menzione è la possibilità di modificare l'esperienza per ciò che concerne i danni dei nemici e la difficoltà degli enigmi, inoltre all'inizio dell'avventura il giocatore può scegliere tra la classica esplorazione dei metroidvania e quella più guidata, in questo caso il vento ci indica la via per proseguire nella Main Quest, si tratta di una soluzione non troppo invasiva, ma che può essere un aiuto per i neofiti del genere.

Per ciò che riguarda l'esperienza pad alla mano, Prince of Persia The Lost Crown presenta uno dei migliori combat system nel genere, la fluidità delle animazioni convince anche nelle fasi più concitate con i nemici, con la spada Sargon può combinare attacchi a terra ed aerei, mentre con l'arco si può sbarazzare dei nemici con attacchi a distanza.

Inoltre c'è un focus particolare sul parry, rispetto ad altri videogiochi moderni il giocatore non può rimanere in parata, ma solamente utilizzare la deviazione con il giusto tempismo, mentre gli attacchi nemici con il colore rosso si possono solamente schivare.

In generale la varietà degli avversari è discreta, non la definirei eccelsa se paragonata ad altri esponenti del genere a cui Prince of Persia The Lost Crown appartiene, mentre dove la situazione cambia è nella qualità delle boss fight, in questo caso ce ne sono diverse e molto variegate, con una certa diversità nei pattern dei nemici.

Il livello di sfida in questo caso si innalza anche a difficoltà standard, così come le fasi conclusive risultano più impegnative per ciò che riguarda le sezioni platform, senza però raggiungere la difficoltà hardcore di Hollow Knight ma anche i problemi di bilanciamento di Ori and the Blind Forest.

Le fasi platform appena citate risultano sempre precise, durante l'avventura non capiterà mai di vedere la schermata del game over per delle animazioni impacciate nei salti di Sargon, da questo punto di vista la produzione si conferma tra i migliori nel genere.

Per ciò che concerne la progressione e l'esplorazione, Prince of Persia The Lost Crown presenta diverse abilità da utilizzare nell'avventura, capiterà spesso di rimanere bloccati e non poter proseguire in una strada secondaria, tramite i Frammenti di Memoria (le foto da inserire nella mappa) diventa molto intuitivo ritornare in zone bloccate con i nuovi poteri per completare missioni secondarie prima inaccessibili oppure degli amuleti relativi agli attacchi o alla difesa di Sargon, quest'ultimi sono molto simili a ciò che abbiamo visto su Hollow Knight e Ori and the Will of the Wisps.

Una menzione la meritano anche le mosse speciali di Sargon, chiamate Onda di Athra la quale possono essere caricate con parate perfette e attacchi andati a segno contro i nemici, come gli amuleti se ne possono equipaggiare solo un numero limitato, a meno che non li potenziate al rifugio, luogo utile anche per upgradare la spada e l'arco oppure per aumentare il numero o l'efficacia delle pozioni.

Comparto tecnico

Come citato antecedentemente la direzione artistica della produzione è uno dei punti deboli di Prince of Persia The Lost Crown, anche nei diversi scenari da esplorare esteticamente la produzione risulta molto piatta.

Il comparto tecnico che predilige il frame rate (il gioco raggiunge i 120 FPS su Xbox Series X), si nota però l'uscita cross-gen, con una pulizia generale non così definita e ancorata alla scorsa generazione.

Sul fronte ottimizzazione Ubisoft ha invece svolto un lavoro eccellente, sulla console premium di Microsoft non ho riscontrato nessun problema, mentre il team di sviluppo poteva optare per il rilascio di diverse Modalità Grafiche sulle console next-gen piuttosto che l'unica relativa ai 120 FPS.

In Prince of Persia The Lost Crown non è disponibile il doppiaggio in italiano ma è soltanto localizzato, proprio come è accaduto recentemente con Avatar Frontiers of Pandora (qui la recensione), in lingua inglese le voci risultano azzeccate nella maggior parte dei casi.

La colonna sonora composta da Gareth Coker (Ori e Immortals Fenyx Rising) è sicuramente riconoscibile, tuttavia rispetto ad Ori and the Will of the Wisps mancano delle soundtrack durante l'esplorazione, in linea generale si sente una mancanza di varietà di tracce, mentre l'audio design risulta decisamente più convincente.

Sul fronte longevità, Prince of Persia The Lost Crown si attesta su una durata in linea con altri metroidvania, nel mio caso ho completato l'avventura in circa 17 ore a difficoltà Guerriero (normale), tralasciando alcune attività secondarie che possono aumentare la durata fino alle 25-30 ore.

  • Ore di gioco: 17

  • Versione: Xbox Series X

Prince of Persia The Lost Crown è un buon metroidvania e sicuramente la miglior produzione Ubisoft degli ultimi tempi, il titolo vanta un ottimo combat system e una buona progressione delle abilità.

Le pecche che non permettono alla produzione di raggiungere la qualità di Hollow Knight e i due Ori sono principalmente relativi ad una direzione artistica poco ispirata e una narrativa poco avvincente, complice una caratterizzazione dei personaggi sottotono.

In definitiva il nuovo titolo di Ubisoft è una produzione consigliata a chi apprezza i metroidvania e anche ai neofiti del genere, visto anche l'ottimo lavoro svolto sull'accessibilità, nonostante qualche difetto potrebbe essere una delle sorprese di questi primi mesi del 2024.

Voto 7,5

Pro

Ottimo sistema di combattimento

Progressione delle abilità sempre stimolante

Le sezioni platform risultano convincenti

Contro

Direzione artistica poco ispirata

Narrativa abbastanza banale

Caratterizzazione dei personaggi sottotono

Comparto tecnico ancorato alla scorsa generazione



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