Alan Wake 2: lo scrittore ritorna dopo tredici anni- la recensione

10.11.2023

Alan Wake 2 si è fatto attendere per ben tredici anni, un ritorno quasi insperato per i fan dello scrittore e dopo Quantum Break (la recensione di uno dei due 10 sul sito)  e poi Control (qui la recensione), il titolo è finalmente giunto sul mercato.

Inizialmente i diritti di pubblicazione erano in mano a Microsoft, che in passato ha bocciato il sequel dello scrittore e poi da lì è partito lo sviluppo di Quantum Break, negli ultimi anni però Remedy ha acquisito la proprietà intellettuale di Alan Wake dal colosso di Redmond e con il publishing di Epic Games è iniziato lo sviluppo del sequel.

Trama

"Questa storia è un mostro e i mostri hanno molti volti".

Alan Wake 2 inizia con un prologo spiazzante, Saga Anderson agente del FBI è chiamata ad indagare sull'omicidio dell'agente Nightingale, i responsabili sono i membri ignoti della Setta dell'Albero, quest'ultimi hanno dei legami con lo scrittore Alan Wake, intrappolato nel Dark Place da circa 13 anni.

Il racconto di Alan Wake non segue regole, inizialmente potrebbe anche essere un pò diluito, ma proseguendo nell'avventura la penna di Sam Lake stupisce per come riesce ad incastonare i vari pezzi del puzzle, inoltre la narrativa del titolo Remedy non sarà mai scontata e telefonata.

Più di ogni altra opera del team finlandese, il sequel dello scrittore è una commistione di generi: il New Weird già apprezzato in Control, un'investigazione thriller con il nuovo personaggio Saga Anderson e la storia dell'orrore scritta da Alan Wake.

Senza entrare nel dettaglio degli eventi della storyline, ogni capitolo offre nuove sorprese, con Alan Wake entriamo nella psiche umana fatta di deliri, allucinazioni e orrore, mentre quando vestiremo i panni di Saga Anderson ci troviamo di fronte ad una storia molto sfaccettata con drammi personali che non lasciano indifferenti ed è ricca di  personaggi ben caratterizzati, tra i quali spicca il collega Alex Casey, interpretato magistralmente proprio da Sam Lake.

Inoltre la nuova produzione di Remedy più di una volta dimostra che il collegamento con Control non era solo un semplice easter eggs come accade in tante produzioni dello stesso team di sviluppo, ma effettivamente ci sono riferimenti che saranno percepiti solamente da chi ha giocato il metroidvania di Remedy e il precedente Alan Wake (in questo caso è consigliato recuperare anche i DLC del primo capitolo e lo spin-off American Nightmare).

Per ciò che riguarda la messinscena, il titolo riesce a mixare magistralmente le sezioni in live action con gli attori alle classiche cutscene, quest'ultime sono alternate tra scene oniriche in cui vediamo delle sfumature dei personaggi sullo stile già adottato sapientemente in Control a delle scene filmate più classiche con un evidente miglioramento della recitazione rispetto all'ultima produzione del team finlandese.

La tensione provata in determinati momenti dell'avventura sia per ciò che concerne le tematiche e gli avvenimenti della storyline rendono Alan Wake 2 un'opera unica anche nel genere di riferimento, in questo senso l'autorialità del team di sviluppo è evidente e inedita nel mercato dei blockbuster tripla A.

Nonostante questi pregi evidente sul fronte narrativo e sulla regia, l'unico appunto che mi sento di fare è su un finale che rimane volutamente aperto, ma in un certo senso risulta un pò anticlimatico rispetto al resto dell'opera.

Forse già con le espansioni in arrivo nel 2024 arriverà qualche chiarimento maggiore, proprio come era accaduto con il precedente capitolo, tuttavia rimane un aspetto che inevitabilmente dividerà l'utenza una volta raggiunti i titoli di coda.

Gameplay

Il gameplay di Alan Wake 2 a differenza del primo capitolo presenta Saga Anderson come personaggio giocabile, questo dualismo alterna le classiche fasi di shooting già viste nel prequel della serie ad un'esplorazione open-map inedita per il franchise.

Con Saga il titolo di Remedy introduce una fase investigativa molto stimolante, oltre ai soliti collezionabili e gli enigmi ambientali è possibile trovare degli indizi per risolvere il caso, questa novità permette di capire meglio gli eventi che stanno accadendo a Bright Falls e Cauldron Lake.

Infatti tramite il Palazzo Mentale di Saga, l'agente del FBI può ricostruire la scena e collegarsi direttamente ai pensieri di altri protagonisti del racconto, per ciò che riguarda le indagini non sarà possibile fallirle, visto che lo sviluppo dei casi hanno uno scopo principalmente narrativo.

All'interno di questo Palazzo Mentale, la protagonista può potenziare le armi, leggere i manoscritti di Alan disseminati nella mappa di gioco e i programmi tv dei fratelli Koskela.

Per ciò che riguarda Alan, c'è la stanza dello scrittore, molto nota per chi  ha già giocato il precedente capitolo, dove anche qui si possono potenziare la salute e le armi oppure visionare i capitoli della trama con il protagonista.

Tuttavia la differenza principale con Alan è che le meccaniche di gioco sono meno leggibili, le sezioni a New York sono forse meno aperte rispetto a quelle con Saga, ma spiccano maggiormente per il level design: infatti il protagonista dovrà posizionare la lampada e illuminare determinate zone per poter proseguire.

Questa novità introdotta permette così di aprire strade prima inaccessibili e cambiare elementi dello scenario, ricordando così da vicino le sezioni con Jesse Faden nella purificazione del Federal Bureau of Control.

Inoltre un'altra meccanica introdotta è quella di poter riscrivere una scena, in questo caso servono degli indizi scritti per poter agire e alterare completamente l'area in cui Alan si trova, non sono mai sezioni troppo complesse, ma anche avanzando nella storyline sono dei momenti che continuano a stupire per come il gioco riesce sempre ad offrire nuove sorprese ogni capitolo.

Per ciò che concerne le sezioni più action, bisogna fare diverse considerazione: rispetto al predecessore, Alan Wake 2 si avvicina di più al genere dei survival horror e inoltre viste le novità delle fasi open-map e i puzzle solving, in generale le sparatorie sono molte meno del previsto.

In questo caso è una scelta di design del team di sviluppo e in generale a giovarne è la varietà, visto che si tratta di un'esperienza più longeva del primo Alan Wake.

Nonostante questo, le sezioni con Saga sono quelle forse più riuscite, visto che ci troviamo con la torcia a illuminare i nemici evidenziando così il punto debole da colpire, in generale lo shooting ricalca l'esperienza del primo capitolo ma con i dovuti miglioramenti, discorso che vale in egual misura per la schivata, molto più dinamica rispetto al passato.

Nei momenti in cui vestiremo i panni di Alan, i nemici saranno delle semplici ombre da illuminare e in questo caso la dinamicità è molto più old-school, una scelta precisa di game design che preferisco non svelare.

Per quanto ci siano evidenti upgrade allo shooting e una maggior dinamicità, il titolo soffre comunque di alcuni problemi relativi alla telecamera nelle boss fight e quest'ultime non risultano particolarmente ispirate.

La varietà dei nemici seppur non eccelsa, risulta però in linea con altri esponenti del genere e comunque con il passare delle ore specialmente nelle fasi con Saga la situazione diventa più variegata rispetto ai primi capitoli del gioco.

L'esplorazione è invece un elemento fondamentale di Alan Wake 2, mai banale e anche nelle sezioni più aperte il titolo ripaga con enigmi ambientali e diversi collezionabili legati alla lore del titolo sviluppato da Remedy.

In diversi momenti dell'avventura capiterà infatti di trovare delle tronchesi o un cacciavite per esplorare zone prima inaccessibili e queste fasi opzionali aumentano la longevità di Alan Wake 2 con un backtracking mai troppo invasivo.

Ambientazione e prestazioni tecniche

Alan Wake 2 come detto precedentemente ha una struttura open map, le ambientazioni con Saga mi hanno fatto tornare a Bright Falls e Cauldron Lake, con l'aggiunta di un'altra location, mentre le sezioni con Alan partono dall'affascinante New York, ricordando da vicino gli albori di Remedy con Max Payne, si sviluppano poi in ambienti interni molto affascinanti e in questo caso c'è molto dello stile che abbiamo visto in Control.

La direzione artistica infatti ricorda da vicino quella dell'ultimo titolo di Remedy, la quale già risultava molto affascinante e anche in questo caso non fa eccezione, specialmente nelle fasi con Alan quando possiamo riscrivere una scena.

Il comparto tecnico su Xbox Series X si presenta come uno dei benchmark dell'attuale generazione, oltre al miglioramento del motion capture rispetto a Control, gli effetti di luce e la vegetazione riescono a stupire più di quanto mi sarei aspettato per una produzione che nonostante un publisher più importante di 505 Games non raggiunge mai le cifre da blockbuster tripla A come ad esempio God of War Ragnarok (qui la review del titolo di Santa Monica).

Le Modalità Grafiche sono due sulle console di nuova generazione (fatta eccezione per Series S che ha il frame rate cappato a 30), nel mio caso ho preferito prediligere la risoluzione al frame rate, visti anche i ritmi del gioco non da action puro, tuttavia è presente anche la Modalità Prestazioni con il frame rate che raggiunge i 60 FPS non sempre stabili.

In linea generale l'ottimizzazione su console non presenta grandi problemi, l'unico inconveniente che ho riscontrato è sui sottotitoli in italiano che ogni tanto spariscono, con le patch più recenti questa pecca però sembra risolta definitivamente.

Il gioco non è infatti doppiato nella nostra lingua , tuttavia in inglese risulta particolarmente convincente il lavoro delle voci principali, con Alex Casey che non ha la voce di Sam Lake ma quella di James McCaffrey, lo ricorderete sicuramente nei panni del direttore Zacharyan Trench in Control.

Ritornano le soundtrack a fine capitolo, molte di queste di grandissima qualità e stanno riscuotendo molto successo sulla piattaforma Spotify, manca forse una vera colonna sonora per identificare il gioco, da menzionare anche il fatto che ritornano i Poets of the Fall, gruppo musicale molto noto per chi apprezza le produzioni del team finlandese.

Lo stesso audio design convince e tiene fede alle migliori esperienze del genere survival horror (qui la recensione del Remake di Resident Evil 4), un fattore che aiuta ad alimentare la tensione nel titolo, specialmente nelle fasi più aperte con Saga Anderson.

Sul fronte longevità, Alan Wake raddoppia la durata del primo capitolo se decidete di completare la campagna senza dedicare troppo tempo all'esplorazione (20 ore di gioco), mentre nel mio caso in cui ho trovato tutti i collezionabili con molto backtracking e facendo completismo ho finito il titolo in poco meno di 35 ore di gioco in modalità Difficile.

  • Ore di gioco: 34 
  • Versione testata: Xbox Series X


Alan Wake 2 è tra le vette più alte di questi primi anni di next-gen, oltre che sul comparto tecnico, la penna di Sam Lake stupisce ancora una volta per come riesce ad incastonare i pezzi del puzzle della narrativa e sul lavoro svolto nella caratterizzazione dei personaggi.

Il dualismo tra Saga e Alan funziona egregiamente anche dal punto di vista ludico, entrambi hanno le loro peculiarità, da un lato gli indizi per risolvere i casi nei panni dell'agente del FBI, dall'altro lo scrittore convince per la riscrittura delle scene e i puzzle solving con la lampada.

Nonostante una qualità eccelsa, il titolo si perde comunque per arrivare all'eccellenza assoluta, le pecche riguardano principalmente un finale un pò anticlimatico e alcuni problemi relativi alla telecamera nelle boss fight, quest'ultime anch'esse meno ispirate del previsto.

In definitiva Alan Wake 2 è uno dei potenziali Game of the Year di uno spettacolare 2023, Remedy continua a convincere dopo l'ottimo Control, i piccoli difetti non scalfiscono una delle produzioni più importanti dell'attuale generazione.

Voto 9,3

Pro

Narrativa affascinante che affronta temi molto profondi...


Il Dualismo tra Saga e Alan offre diverse novità nel gameplay

Esplorazione sempre avvincente e fasi di shooting riuscite... 

Caratterizzazione dei personaggi di altissima qualità

Audio design e soundtrack di livello assoluto

Regia e recitazione sublimi

Contro

... Ma il finale risulta troppo aperto e anticlimatico


Boss fight poco ispirate

... Ma la telecamera negli ambienti più stretti diventa spesso problematica



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